I C'mon Tigre protagonisti del prossimo evento della rassegna Primavera in Musica su LepidaTV

Il 29 e il 30 aprile alle 21:00 (con replica il 30 aprile alle 21:00) sul canale 118 del digitale terrestre e 5118 di Sky, sul canale YouTube di ERCreativa e sulla pagina Facebook di ERMusic Commission

27 Aprile 2021

I C’mon Tigre sono gli ospiti speciali del nuovo appuntamento della rassegna Primavera in Musica su LepidaTV, in programma giovedì 29 aprile e venerdì 30 aprile alle 21:00 sul canale 118 del digitale terrestre e 5118 di Sky; il 29 aprile (ore 21:00) sul canale YouTube di ERCreativa e il 30 aprile (ore 21:00) sulla pagina Facebook di ERMusic Commission.
Quello che sarà presentato è il live registrato lo scorso 15 febbraio nella cornice dello storico Teatro Petrella di Longiano (FC), autentico gioiellino di teatro all’italiana, privato per l’occasione delle poltrone per offrire un grande spazio unico all’ensemble e alla sua corposa strumentazione.
Il concerto è stato ripreso dalle telecamere di Fonoprint e realizzato nell’ambito di Viralissima Reprise, il festival musicale digitale realizzato dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Ater Fondazione e LepidaTV.

Ad accompagnare i C’mon Tigre (voce, synth, chitarra, talk box, elettronica), ci sono Beppe Scardino (sax baritono, flauto traverso, synth), Mirko Cisilino (tromba, corno francese, synth), Marco Frattini (batteria, elettronica), Pasquale Mirra (vibrafono).

C’Mon Tigre
Tradizione e sperimentazione: si muovono in bilico tra questi due territori, i C’mon Tigre, duo nato nel bacino del Mediterraneo attorno al quale ruotano musicisti provenienti da più parti del mondo. Già il nome è frutto di contaminazione, c’è la tradizione e lo slang urbano, c’è il Medio Oriente e l’America. È allo stesso tempo provocazione (C’mon Tigre) e protezione (C’est mon Tigre).
Ed è multicolore anche il collettivo che hanno messo insieme per il loro ultimo lavoro “Racines”, uscito a febbraio 2019 per BDC/!K7 e suonato nel live realizzato per Viralissima Reprise.
Il titolo è una parola francese che significa “radici”, laddove le radici sono quelle musicali in cui piedi, testa e cuore dei C’mon Tigre sono immersi, e da cui, con i loro brani contaminati, spiccano il volo per creare ambientazioni sonore inedite.
Nel disco i suoni del Mediterraneo, il mare della loro terra, si intersecano, intrecciano e sovrappongono con un caleidoscopio di altre sonorità e un approccio nuovo, enfatizzando la parte sintetica dei pezzi.
Le dieci tracce di “Racines” sono nate in momenti di intimità: per i C’mon Tigre il nucleo iniziale di idee compositive deve rigorosamente appartenere alla dimensione dell’istinto, della naturalezza. Ma poi c’è l’urgenza che quel nucleo esploda e dia vita ad altre idee e suggestioni, e affinché ciò accada lo scambio con altri musicisti e la creazione di una famiglia allargata e geograficamente tentacolare è fondamentale.
Da qui il coinvolgimento, in questo “Racines”, di Danny Ray Barragan aka DRB, Mick Jenkins, Pasquale Mirra, Beppe Scardino, Mirko Cisilino, Marco Frattini, Jessica Lurie, Amy Denio, Tina Richerson, Sue Orfield, Alessandro Rinaldi, Henkjaap Beeuwkes. Immaginatevi un cantiere aperto dove bassi e chitarre dialogano con fiati, synth, percussioni, vibrafoni, immergendo l’ascoltatore in un viaggio sonoro sensuale e ipnotico.
Salpando dal bacino del Mediterraneo e lasciandosi guidare dalla fascinazione per l’Africa e il Medioriente, i C’mon Tigre danno forma a un linguaggio inedito, originale, fatto di commistioni con il jazz, l’afrojazz, le ritmiche dell’hip hop, il funk, la disco anni Settanta. Il tutto senza mai chiudersi in uno stile, ma spingendo al massimo l’esplorazione quale dimensione che ogni viaggio degno di questo nome dovrebbe racchiudere.
Il risultato è un disco meticcio, cosmopolita, che sfugge a qualsivoglia etichetta per l’affermazione di un’attitudine libera. Attitudine che ha portato i C’mon Tigre a cercare una connessione con la cultura del dance-floor, pur se intesa solo come evocazione da rivisitare e rimanipolare in modo assolutamente personale.
In questo album, i C’mon Tigre hanno usato per la prima volta delle voci sintetiche, ma trattate alla maniera primordiale con dei vecchi talk box che gli hanno dato la possibilità di modulare le parole pilotandone il suono. Una scelta che si abbina a testi che hanno il sapore del racconto cinematografico, non importa si tratti della sceneggiatura noir di “Underground Lovers” – canzone su un’ossessione amorosa che sfocia nel dramma – o della storia retrofuturista di “Behold The Man”, su un uomo adulto che sbarca sul pianeta mondo senza detenere alcuna conoscenza e che si ritrova, dunque, costretto a imparare tutto, compreso il significato della parola “libertà”.
La chiave è quella di una peregrinazione multimediale che per i C’mon Tigre è conditio sine qua non della loro stessa musica. Lasciatevi contagiare.

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Video

Viralissima Reprise * C'mon Tigre